Ritrovare la rotta

Dove va l’Europa? Ne abbiamo parlato con Mario Di Ciommo

L’ultimo dialogo della SPES web si è rivelato prezioso per riflettere sul futuro dell’Europa. Una sorta di “tagliando” al sogno europeo. Una discussione franca sui punti di forza e sui motivi di delusione di un’Unione che sembra giunta a un punto di svolta.
Ad animare l’incontro Mario Di Ciommo, esperto in public affairs, attualmente responsabile delle relazioni istituzionali europee di Cassa Depositi e prestiti. Autore, soprattutto, di Urgenza europea, un libro importante che ha fatto da filo rosso al dialogo con Luca Grion, direttore della SPES.
La prima questione affrontata ha riguardato la necessità di maturare un approccio realmente integrale ai problemi: questione ecologica, dunque, ma al tempo stesso lotta alle disuguaglianze e sfida dell’accoglienza difficile. Un’Europa, quindi, in grado di ascoltare il grido della Terra e, nel contempo, di preoccuparsi dei poveri e dei migranti. Per farlo – ha osservato Di Ciommo – è necessario un cambiamento di rotta, una svolta che superi la “politica dei piccoli passi”, che si interroghi sulla qualità delle istituzioni e che metta in discussione lo status quo. Ma l’Europa sarà capace di farlo?
Il sogno dei padri fondatori, ci ricorda il nostro ospite, cammina sulle gambe dei cittadini europei. Serve pertanto una cultura all’altezza dei tempi, capace di animare nuove forme di socialità. Due le sfide più urgenti: ripensare l’attuale modello di consumo e rimettere realmente le persone al centro della strategie di cambiamento. Per vincere la sfida, però, l’Europa non può essere ridotta a semplice mercato; deve proporsi come autentico progetto politico.
Se è vero che “per avere un posto nella storia” serve possedere coscienza di sé, è giunto il momento per l’Europa riflettere sulla propria identità, riscoprendo le proprie radici e il significato di una autentica integrazione tra gli Stati. Per intraprendere questo percorso, conclude Di Ciommo, la partecipazione dei cittadini è fondamentale; soprattutto quella dei più giovani. Ma abbiamo motivo per essere fiduciosi. Ci sono segni evidenti di un cambiamento in atto. Ad esempio, in un’opinione pubblica sempre più interessata a ciò che accade negli altri Paesi europei. Sta nascendo, pur tra mille difficoltà, una coscienza europea. Dovremmo saperla promuovere meglio. A partire dalla scuola.
Ultimo punto dibattuto: la questione della Costituzione Europea. L’identità europea ha bisogno di un’anima ed è giunto il momento di riprendere il discorso interrotto col no ai referendum in Francia e nei Paesi Bassi. Sfide complesse sulle quali è bene avviare un ampio dibattito.
 

 

Per continuare a rifettere :

• Mario Di Ciommo, Urgenza europea

• Mario Di Ciommo: Riscoprire l’Europa, oltre la crisi

 

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